Quei matti di antifascisti

Giovedì 21 marzo 2024,
alle ore 21:00,
alle Torri dell’Acqua,

Renato Sasdelli presenta il suo libro
Quei matti di Antifascisti
Cinquantatré storie di sovversivi finiti in manicomio durante il fascismo.

L’evento è il primo di un ciclo di incontri organizzati dal Comune di Budrio, in collaborazione con la sezione ANPI “Osanna Stagni” di Budrio e Molinella, dal titolo
Essere uguali, essere diversi all’ombra del fascismo“.

La quarta di copertina recita:
Anarchici schedati, militanti antifascisti irriducibili, soldati in fuga dal servizio militare, ex ragazzi del ’99 contrari all’alleanza con chi fu loro nemico nella Grande Guerra. Poi, donne e uomini in contrasto con il regime per la miseria quotidiana o perché insofferenti verso l’onnipresenza del duce, l’autoritarismo di capetti e gregari, oppure rei di avere cantato un inno socialista o gridato, all’osteria o per ira durante un litigio, contro il fascismo e il suo capo. Insieme a loro anche malati di mente disturbatori della quiete fascista e una prostituta che ha offeso Mussolini.
Sono le storie di bolognesi sovversivi, veri o temuti dal regime, finiti a un certo punto in manicomio senza che ciò facesse venire meno l’ossessione dei controlli sul loro comportamento.
E, in appendice, la faida tra due ras del fascismo bolognese con il meno potente dei due mandato in manicomio.

L’autore:
Renato Sasdelli (1943) è stato professore all’Università di Bologna. Oltre a numerosissimi lavori scientifici nel campo delle Misure elettriche ed elettroniche, ha pubblicato Ingegneria in guerra. La facoltà di Ingegneria di Bologna dalla RSI alla Ricostruzione 1943-1947 (CLUEB, 2007); Camere di tortura a Bologna durante la repubblica di Salò: il caso di Ingegneria, in RSI 1943-1945 (“Pagine per la Memoria”, Comune di Bologna, 2008) per documentare i misfatti compiuti dalle milizie repubblichine a Bologna; I segni addosso. Storie di ordinaria tortura (con Andrea Antonazzo ed Elena Guidolin, Becco Giallo, 2016) graphic novel contro la tortura, crimine che la politica italiana è stata fino ad ora incapace di definire come reato. Per Pendragon sono usciti Fascismo e tortura a Bologna (2017) e Quei matti di antifascisti (2022).

Il libro:
Disturbatori, antimilitaristi, con folte sopracciglia unite nel mezzo, comunisti, claudicanti, antifascisti, epilettici, con braccia troppo lunghe, anarchici, con abnorme abbondanza di peli, sono fra le tipologie di cittadini italiani che potevano portarti in manicomio.

Nel suo libro Sasdelli fa luce sull’apparato repressivo del fascismo, passando in rassegna alcune storie emblematiche successe nel bolognese, mostrando così l’uso politico che il regime fascista fece del sistema manicomiale e della legislazione sugli internamenti psichiatrici durante il ventennio.

Cinquantatré storie di sovversivi, anarchici, antifascisti irriducibili, disertori, ex ragazzi del ’99 contrari all’alleanza coi tedeschi. E poi donne e uomini che si scontrano col regime a causa della miseria, del loro status, della malattia, dell’insofferenza verso l’autoritarismo, finiti in manicomio, insieme a malati di mente, disturbatori, prostitute.

La cittadinanza tutta è invitata.

 

Quei matti di antifascisti
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