
In questi giorni di ignobili mistificazioni guerrafondaie, vogliamo segnalare a tutti questa necessaria trasmissione di Radio Città Fujiko di Bologna.
«È dall’esigenza di rendere giustizia alle donne e agli uomini che fecero la Resistenza che nasce lo speciale in due puntate “I partigiani odiavano la guerra”, che attraverso alcune testimonianze dirette di partigiane e partigiani conta di fare una “operazione verità” rispetto alla loro visione dello strumento bellico.
Lo speciale nasce proprio dal disappunto di chi ha conosciuto e frequentato partigiane e partigiani, ha ascoltato a lungo le loro voci e le ragioni delle loro azioni, nel vedere che quel movimento anzitutto civile chiamato Resistenza viene oggi disgraziatamente mistificato per dare forza alle posizioni di chi invece ritiene la guerra e le armi strumenti di risoluzione dei conflitti.»
La trasmissione, in due puntate, andrà in onda sulle frequenze dell’emittente e anche in streaming audio alle ore 17.00 di lunedì 28 e martedì 29 aprile.
Ma chi lo desidera può ascoltarne già da ora i due podacast all’indirizzo
https://www.radiocittafujiko.it/i-partigiani-odiavano-la-guerra-lo-speciale-contro-luso-strumentale-della-resistenza/
«Nelle due puntate si potranno ascoltare le voci e le testimonianze di superstiti della strage di Monte Sole e dei partigiani e partigiane Maria Airaudo, Tito Grazia, Vinka Kitarovic, Lidia Menapace, William Michelini, Sandro Pertini, Gastone Sgargi e Carlo Venturi, raccolte negli anni da Scuola di Pace di Monte Sole, Tomax Teatro, Radio Beckwith Evangelica e Remo Schellino.
Lo speciale tocca diversi punti, tra i quali il concetto di trauma che deriva dalla guerra, sia nell’esserne vittima che nel vedersi costretti a uccidere, il concetto di “diritto alla difesa” che non può coesistere con quello di “coscrizione”, la differenza tra un movimento popolare volontario e clandestino e le logiche di un esercito che risponde a uno Stato-nazione.»
Ringraziamo Alessandro Canella, direttore di Radio Città Fujiko, per l’ottimo lavoro, che ridà dignità alla lotta partigiana, che non è stata una guerra di contesa di territori fra stati, ma la lotta di chi doveva liberarsi e liberarci dall’oppressione del fascismo.

